2018, ISBN: 9780691018638
26/05/1946, manca il fascicolo, solo copertina posteriore, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 31/07/1949, 0, Copertina illu… More...
26/05/1946, manca il fascicolo, solo copertina posteriore, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 31/07/1949, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 3/05/1959, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 13/03/1949, 0, Bologna, 1981, 8vo brossura originale con copertina a colori, pp. 213 con diverse illustrazioni a colori., 0, Napoli, 1941, 25 agosto, copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo di pp. 16 de Il Mattino Illustrato ., 0, La Domenica del Corriere Rivista originale del 8 Febbraio 1972 Anno 74 - N. 6 Rarità per appassionati e collezionisti Seguono solo alcuni dei fatti descritti, illustrati e fotografati all'interno Illustrato in copertina (segue foto): Gianni Morandi: stavolta vado a Sanremo. Illustrato nelle ultime pagine (segue foto): Brigitte Bardot sarà la Mata-Hari dell'industria. Nelle pagine interne: Montanelli: divorzio e coscienza. Invano Pio XII avvertì gli inglesi. Ralph Nader, l'uomo che grida: consumatori di tutto il mondo unitevi. Il fu Bino Cicogna è ancora vivo ? Parla la madre di Roberto Bettega, il giovane campione che si è ammalato. Un articolo di Massimo Inardi: perché ho perso a Rischiatutto. Gian Maria Volontè: un guerrigliero in divisa da attore. Olimpiadi di Sapporo: i pretendenti al trono fatto di neve. Il piccolo mondo antico della ""Cinque Mulini"". Si può prevenire il ritardo mentale dei bambini? La fenilchetonuria. ...e tanto altro ancora! Qualora vogliate maggiori delucidazioni contattateci In questo negozio troverai un'intera categoria dedicata alla collezione delle Domeniche del Corriere, ne inseriamo diverse giornalmente e a breve saranno presenti tutte le riviste dei 90 anni in cui sono avvenute le pubblicazioni Sotto il link diretto alla collezione: Riviste disponibili Cliccaci sopra, troverai di certo ciò che cerchi! La Domenica del Corriere è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e chiuso nel 1989. Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore amministrativo del Corriere della Sera, apparve per la prima volta nelle edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della Sera. Stampata in grande formato (sul modello del domenicale La Tribuna illustrata), aveva 12 pagine e veniva distribuita gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate. Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana. La prima delle tavole a colori con cui Beltrame raccontò ogni settimana, per oltre quarant'anni, le vicende del suo tempo, si riferiva ad una tempesta di neve nel Montenegro (1899). Il Montenegro era salito da poco agli onori della cronaca poiché Vittorio Emanuele di Savoia l'erede al trono d'Italia, si era appena sposato con Elena di Montenegro. Le tavole a colori di Beltrame divennero il marchio distintivo della rivista. Nelle sue copertine è riassunta in pratica tutta la storia del costume e della società italiana della prima metà del XX secolo. Fatti di cronaca, sportivi, di costume venivano riassunti con maestria dall'illustratore arzignanese, che riusciva a renderli vivi e attuali agli occhi di una popolazione non ancora del tutto uscita dall'analfabetismo. Non si mosse mai da Milano dove disegnò tutte le sue tavole. Ciò nonostante riuscì a rappresentare luoghi, fatti, persone e cose che non aveva mai visto di persona, grazie alla sua innata immaginazione e curiosità unite ad un rigoroso senso di realismo. Celebri, in particolare, furono le sue illustrazioni degli avvenimenti bellici della Grande guerra e delle vicende degli Alpini. Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine andando avanti per trent'anni. Fra le più celebri, quella sulla nascita della televisione (1954), del campione ciclista Fausto Coppi (1960), i russi nello spazio (1965). A differenza dei settimanali dell'epoca, la Domenica del Corriere diede ampio spazio alle fotografie e ai disegni, e questo fu uno dei motivi del suo successo. Nel corso degli anni venti e trenta, il periodico divenne uno dei principali strumenti di informazione non solo della borghesia colta ma di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. In questo periodo divenne il settimanale più venduto in Italia: le vendite raggiunsero le 600.000 copie. Sulle pagine della Domenica del Corriere trovarono una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, da Luigi Barzini a Indro Montanelli. Montanelli fu il primo direttore dopo la fine della guerra e lasciò la direzione alla fine del 1946 per tornare al Corriere della Sera. Dopo Montanelli cominciò la lunghissima direzione di Eligio Possenti, critico teatrale, che guidò la Domenica fino al 1964, coadiuvato dal direttore ""ombra"", lo scrittore Dino Buzzati. Per tutti gli anni cinquanta La Domenica fu in testa alle vendite dei settimanali con 950.000 copie (con un picco di 1.300.000 nel 1952-53), seguita da Oggi con 650.000. Dopo un periodo di appannamento agli inizi degli anni sessanta, 0, Milano, 1906, estratto con copertina posticcia muta, pp. 657/659 con ill. - !! ATTENZIONE !!: Con il termine estratto (o stralcio) intendiamo riferirci ad un fascicolo contenente un articolo di rivista, sia che esso sia stato stampato a parte utilizzando la stessa composizione sia che provenga direttamente da una rivista. Le pagine sono indicate come "da/a", ad esempio: 229/231 significa che il testo è composto da tre pagine. Quando la rivista di provenienza non viene indicata é perchè ci è sconosciuta. - !! ATTENTION !!: : NOT A BOOK : estratto or stralcio means simply a few pages, original nonetheless, printed in a magazine. Pages are indicated as in "from to", for example: 229/231 means the text comprises three pages (229, 230 and 231). If the magazine that contained the pages is not mentioned, it is because it is unknown to us., 0, Roma, 1957, 17 marzo, copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo di pp. 32 de "La Tribuna illustrata ., 0, La Domenica del Corriere Rivista originale del 23 Giugno 1977 Anno 79 - N. 25 Rarità per appassionati e collezionisti Seguono solo alcuni dei fatti descritti, illustrati e fotografati all'interno Illustrato in copertina (segue foto): Lo scienziato Marcel Monnier scopre il segreto del sonno Illustrato nelle ultime pagine (segue foto): La pistola anti cancro giudicata dagli scienziati Nelle pagine interne: Le nuove frontiere della medicina (4^ puntata): con il mio ""dsip"" l'era dei sonniferi è chiusa. Hanno voluto pugnalare l'on. Francesco De Martino alla schiena ! Il panfilo di Guglielmo Marconi deve finire squartato. Claire Acquarone: adesso faccio pubblicità in tv. Dopo 9 anni parla la guardia del corpo di Martin Luther King. Inserto: Enzo Biagi nei paesi scandinavi 3 - Svezia. Inserto: Impara l'inglese con noi (2^ dispensa). Carla Gravina interpreta ""Madame Bovary"" per la televisione. ...e tanto altro ancora! Qualora vogliate maggiori delucidazioni contattateci In questo negozio troverai un'intera categoria dedicata alla collezione delle Domeniche del Corriere, ne inseriamo diverse giornalmente e a breve saranno presenti tutte le riviste dei 90 anni in cui sono avvenute le pubblicazioni Sotto il link diretto alla collezione: Riviste disponibili Cliccaci sopra, troverai di certo ciò che cerchi! La Domenica del Corriere è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e chiuso nel 1989. Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore amministrativo del Corriere della Sera, apparve per la prima volta nelle edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della Sera. Stampata in grande formato (sul modello del domenicale La Tribuna illustrata), aveva 12 pagine e veniva distribuita gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate. Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana. La prima delle tavole a colori con cui Beltrame raccontò ogni settimana, per oltre quarant'anni, le vicende del suo tempo, si riferiva ad una tempesta di neve nel Montenegro (1899). Il Montenegro era salito da poco agli onori della cronaca poiché Vittorio Emanuele di Savoia l'erede al trono d'Italia, si era appena sposato con Elena di Montenegro. Le tavole a colori di Beltrame divennero il marchio distintivo della rivista. Nelle sue copertine è riassunta in pratica tutta la storia del costume e della società italiana della prima metà del XX secolo. Fatti di cronaca, sportivi, di costume venivano riassunti con maestria dall'illustratore arzignanese, che riusciva a renderli vivi e attuali agli occhi di una popolazione non ancora del tutto uscita dall'analfabetismo. Non si mosse mai da Milano dove disegnò tutte le sue tavole. Ciò nonostante riuscì a rappresentare luoghi, fatti, persone e cose che non aveva mai visto di persona, grazie alla sua innata immaginazione e curiosità unite ad un rigoroso senso di realismo. Celebri, in particolare, furono le sue illustrazioni degli avvenimenti bellici della Grande guerra e delle vicende degli Alpini. Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine andando avanti per trent'anni. Fra le più celebri, quella sulla nascita della televisione (1954), del campione ciclista Fausto Coppi (1960), i russi nello spazio (1965). A differenza dei settimanali dell'epoca, la Domenica del Corriere diede ampio spazio alle fotografie e ai disegni, e questo fu uno dei motivi del suo successo. Nel corso degli anni venti e trenta, il periodico divenne uno dei principali strumenti di informazione non solo della borghesia colta ma di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. In questo periodo divenne il settimanale più venduto in Italia: le vendite raggiunsero le 600.000 copie. Sulle pagine della Domenica del Corriere trovarono una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, da Luigi Barzini a Indro Montanelli. Montanelli fu il primo direttore dopo la fine della guerra e lasciò la direzione alla fine del 1946 per tornare al Corriere della Sera. Dopo Montanelli cominciò la lunghissima direzione di Eligio Possenti, critico teatrale, che guidò la Domenica fino al 1964, coadiuvato dal direttore ""ombra"", lo scrittore Dino Buzzati. Per tutti gli anni cinquanta La Domenica fu in testa alle vendite dei settimanali con 950.000 copie (con un picco di 1.300.000 nel 1952-53), seguita da Oggi con 650.000. Dopo un periodo di appannamento agli inizi degli anni sessanta, dovuto al diffondersi della television, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 25/06/1961, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 20/12/1931, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 14/03/1965, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 18/07/1926, 0, Napoli, 1941, 18 agosto, copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo di pp. 16 de Il Mattino Illustrato ., 0, Milano, Mondadori, 1961, 16mo brossura originale con copertina illustrata, pp. 386 (I libri del Pavone, 265-266), 0, Napoli, 1931, marzo 9, copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo di pp. 16 de Il Mattino illustrato, 0, Firenze: Alinea Editrice, 2007. Firenze, 2007; br., pp. 344, cm 14,5x20. (Bioarchitettura. 4). Il costruire a misura d'uomo è una delle ritrovate sfide che oggi attendono la progettazione e la realizzazione, ma prima ancora il pensare stesso dello sviluppo urbanistico. A ben vedere negli ultimi decenni l'evoluzione del tessuto urbano è stato contraddistinto, almeno in Italia, da due fattori diversi e di segno opposto, con risultati che possono oggi considerarsi in termini decisamente critici. Il primo fattore negativo, è quello della progressiva emarginazione fino alla dimenticanza di paradigmi di organizzazione dello spazio e di costruzione del nuovo, che in Italia si erano venuti elaborando e stratificando nel tempo, attraverso i secoli, in una armonica sintesi tra natura e cultura: la natura aveva suggestionato la progettazione dell'habitat e la cultura aveva modellato l'opera trasformatrice ed edificatrice dell'uomo in una sorta di simbiosi con l'ambiente, con risultati di grande umanizzazione ed al tempo stesso di decisa tipizzazione di certi contesti, uno diverso dall'altro, ognuno con la propria forte identità. Si pensi soltanto all'inserimento degli insediamenti abitativi nella campagna senese, nelle valli alpine o nel tormentato svilupparsi delle nostre coste meridionali. In architettura, l'Italia ha alle spalle un passato plurisecolare e prestigioso, grazie al quale godiamo ancora di ampio credito in Europa per la nostra sensibilità estetica, benché da lungo tempo si siano perduti quei raffinati paradigmi di un tempo, sicché il prestigio della nostra architettura è in molti casi solo il riflesso, lungo a morire, di una realtà che non c'è più. L'altro fattore della accennata criticità di approdi dell'esperienza in materia è dato dal dato positivo - ma non di segno positivo - per cui, negli ultimi decenni, lo sviluppo delle nostre città ha seguito quasi esclusivamente logiche utilitaristiche. Il depredamento del territorio e lo sfiguramento del paesaggio da un lato, il moltiplicarsi di una edilizia non attenta alla dimensione della vivibilità umana, sono il risultato noto di una speculazione animata solo dall'interesse economico. Si tratta di un fenomeno che ha consumato, in maniera quasi sempre irreparabile, un patrimonio variegato quanto a contenuti: naturalistico ed ambientale, estetico, sociale, umano, relazionale. A questi fattori oggi si può aggiungere, pericolosamente, un terzo: il progresso tecnologico. Dinanzi a questo quadro, che certo non è solo italiano ma che in Italia appare particolarmente grave, preoccupante e singolarmente stridente con la sua lunghe e nobili tradizioni culturali, occorre acquisire una consapevolezza della necessità di invertire un trend che dura ormai da troppo tempo. Il problema è innanzitutto quello di arrestare lo scempio della natura, di salvaguardare il paesaggio, di tornare ad una esteticità di stilemi e ad una gradevolezza di contesto nell'edificazione civile e pubblica, tale da rispondere ad intuibili esigenze di elevazione spirituale, culturale e sociale della popolazione. Il problema è anche quello di una maggiore sensibilità alle inderogabili esigenze poste dall'ecologia:nel contesto territoriale, nell'aria e nelle acque, nei materiali da costruzione, nello sfruttamento delle risorse energetiche naturali e rinnovabili. Di qui dunque l'esigenza di pensare una architettura per la sostenibilità, che non può essere solo frutto di impegno tecnico ma deve essere il risultato di un convergere di saperi e di esperienze. In altre parole, è necessario che i professionisti del settore, i progettisti in particolare,acquisiscano più alti livelli di consapevolezza dei problemi accennati e si aprano a forme imprescindibili di collaborazione interdisciplinare. Organizzare lo spazio, gestire le risorse, ottimizzare le energie, scegliere i materiali, prestare attenzione alle necessità dell'individuo non preso singolarmente ma nella rete di relazioni sociali in cui è inserito e che sono necessarie alla qualità della sua, Alinea Editrice, 2007, 0, Torino: UTET Libreria, 2010. Torino, 2010; ril., pp. 295, ill., cm 16x24. Sin dalle origini dello stato-nazione l'obbligo dei cittadini di offrire la propria disponibilità al sacrificio per la difesa della patria trova un rispecchiamento nel dovere dello stato di onorare degnamente tale devozione. Dopo il 1945 i morti italiani cui spettava una degna sepoltura non erano solo molto numerosi, ma anche eccezionalmente vari per tipologia. Guri Schwarz prende in esame le difficoltà incontrate dalle istituzioni statali nel gestire lutti tanto diversificati. L'analisi muove dalla ricostruzione dei rituali patriottici del 25 aprile e del 4 novembre, intesi in primo luogo come grandiosi riti funebri. Sono poi ricostruite la genesi del mausoleo delle Fosse Ardeatine, la costruzione del cimitero monumentale di El Alamein, la sepoltura dei caduti italiani a Cefalonia e la costruzione del cimitero di Monte Lungo. L'analisi mette in relazione le spinte provenienti dal basso, da una società civile in cui prolifera una miriade di associazioni impegnate nel culto dei caduti, con le strategie commemorative calate dall'alto, da istituzioni statali e grandi partiti. Attraverso la ricostruzione dei rapporti variabili tra questi agenti sociali, nonché per mezzo dell'esame dei codici culturali e dei sistemi simbolici per mezzo dei quali venivano gestiti i lutti, risultano leggibili la genesi delle narrazioni consolatorie fondanti l'autorappresentazione nazionale, ma anche i processi di riorganizzazione del tessuto sociale e dell'impalcatura politico-istituzionale., UTET Libreria, 2010, 0, Bari: Edizioni Dedalo, 1994. Traduzione di Vignati A. R. Bari, 1994; br., pp. 304, ill., cm 14,5x21. (La Scienza Nuova. 94). E' questo il primo libro divulgativo di antropologia astronomica. In questa opera l'autore fonde l'astronomia, la mitologia e l'antropologia delle culture antiche e ci indica come scoprire l'armonia esistente tra le loro credenze e la loro osservazione del cielo. Esaminando le credenze dei Maya, dei Babilonesi, dei Cinesi e delle culture europee antiche l'autore dimostra che non è possibile separare le scoperte scientifiche dalle culture in cui furono sviluppate. Questo volume rivela che i popoli dell'antichità erano profondamente in sintonia con i moti del Sole, della Luna e dei pianeti e impiegavano le loro osservazioni per creare astrologie e mitologie complesse, ma anche per registrare e prevedere accuratamente i fenomeni atmosferici., Edizioni Dedalo, 1994, 0, Milano: Jaca Book, 2010. Milano, 2010; br., pp. 285, cm 15x23. (Di Fronte e Attraverso. Storia. 928). Fra le 8.500 persone arrestate, uccise o deportate durante l'occupazione tedesca in Italia, in quanto considerate di "razza ebraica" dai persecutori, gli "ebrei stranieri" furono il gruppo percentualmente più colpito dagli arresti e dalle spedizioni verso la fabbrica della morte. Molti fra loro erano già in fuga da anni - in un'Europa sempre più consegnata alla barbarie del razzismo di Stato - e avevano trovato un "rifugio precario" in un Paese come l'Italia, che pure era parte del sistema di discriminazioni che si stava realizzando sul continente. Hans e Robert Lichtner erano due ragazzi viennesi; avevano 15 e 11 anni quando giunsero in Italia e la loro vita cambiò per sempre. Di fronte alla persecuzione Hans, Robert e i loro genitori ebbero, per difendersi, solo se stessi e la forza della loro coscienza; non erano dotati di altre armi che della consapevolezza della dignità umana. Usarono quest'arma nel modo migliore, ergendo la propria esistenza a difesa di se stessa. Ed ebbero la ventura di incontrare altri uomini che nutrivano la medesima fede nella dignità umana. Questo libro rappresenta perciò in primo luogo la ricostruzione, su base archivistica, di una vicenda individuale, cioè del destino di esistenze ordinarie nell'Europa razzista degli anni '30 e '40 del Novecento. In quanto emblematica, la vicenda che è al centro del volume vuole contribuire a disegnare un intreccio indiziario sul regime fascista., Jaca Book, 2010, 0, Milano: Skira, 2011. Padova, Museo degli Eremitani, 25 novembre 2011. Padova, MUSEI CIVICI AGLI EREMITANI, 25 novembre 2011 - 13 gennaio 2012. Padova, Museo degli Eremitani, 26 novembre 2011 - 30 gennaio 2012. Milano, 2011; br., pp. 96, ill. b/n e col., cm 24x28. (Cataloghi di Arte Antica). L'Ermitage di San Pietroburgo conserva più di una ventina dei massimi capolavori di Rembrandt: ritratti, soggetti religiosi, scene di genere, episodi mitologici, collocabili dall.inizio degli anni trenta del secolo XVII, nella giovinezza dell'artista, fino agli anni sessanta, da annoverarsi tra le opere più mature. Tra queste si trovano due tele molto intense, il Ritratto di vecchia e il Ritratto di vecchio ebreo dipinti entrambe nel 1654 e portate in Russia dalla Francia nel 1781. Già i contemporanei di Rembrandt apprezzavano la maestria con la quale egli riusciva a rappresentare l.età senile attraverso i capelli candidi o il volto solcato dalle rughe. Questi tratti convincevano per la loro verosimiglianza, tanto che la sua arte era in grado di competere con la natura stessa. Grazie all'espressività e alla profondità psicologica gli "studi" di Rembrandt divennero oggetto di intenso interesse collezionistico; attorno alla metà del XVIII secolo la maggior parte di queste tele si trovava all.interno delle collezioni europee più prestigiose, tra cui quella dell.imperatrice Caterina II; alla fine del suo regno nell.Ermitage imperiale cinquantotto quadri portavano la firma di Rembrandt. Quasi la metà di essi erano ritratti di vecchi. Pubblicato in occasione dell'esposizione padovana, il volume presenta questi due eccezionali ritratti del maestro olandese provenienti dal museo russo, affiancati dal nucleo di incisioni rembrandtiane dei Musei Civici di Padova., Skira, 2011, 0, Milano: Edizioni Charta, 1993. Prato, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, 1993. Milano, 1993; br., pp. 136, 96 ill. b/n e col., cm 21x28. Volume pubblicato in occasione della mostra allestita presso il Museo Pecci di Prato nel 1993. Testi di Ida Panicelli, Antonella Soldaini, Saverio Vertone, Mario Bufano, Giacomo Marramao. Una mostra `dentro` e `fuori` dal museo: metà delle opere erano esposte all'esterno del perimetro museale, disseminate nella città, in pieno centro o ai bordi dell'autostrada... Gli eventi e le performances si svolgevano invece all'interno... Da qui il titolo che si riferisce al `dentro` e `fuori` la pelle del museo. Opere di Karen Knorr, Giulio Paolini, Barbara Kruger, Tadashi Kawamata, Joji Hirota e Guo Yue, Fabio Mauri., Edizioni Charta, 1993, 0, Milano: Edizioni Medusa, 2013. Traduzione di G. Rossi e Salvarani L. Milano, 2013; br., pp. 138, ill. b/n, tavv. b/n, cm 12x18. (Wunderkammer. 21). Se è vero che natura non facit saltus, la storia invece è piena di vuoti o pezze mancanti. Capita, a un certo punto, non sai quando né perché, che venga meno una tessera del mosaico; che si perdano persino le tracce che riguardano un personaggio, un artista, la sua opera. È il caso di Antoine Benoist, a cui Luigi XIV, il Re Sole, concesse nel 1668 il privilegio di essere il suo unico scultore in cera colorata. Benoist si era guadagnata la fama di grande artefice della ceroplastica modellando un teatro di figure a grandezza naturale, che rappresentava la corte del Re Sole. E il sovrano, ammirato da tanta bravura, lo autorizzò a mostrare in tutta la Francia questo capolavoro, dove le figure, perfettamente somiglianti, erano corredate di abiti, parrucche e ogni accessorio atto a renderne l'aspetto più vero del vero. Benoist divenne celebre in Europa e altri prìncipi e sovrani vollero farsi ritrarre da lui. Ma a volte il genio e la fama non si sposano bene, così, di Benoist, già a metà del Settecento quasi si perde la memoria. Soltanto nell'Ottocento, come dimostrano i testi pubblicati in questo libro, col clamore suscitato dai Musei delle cere, alcuni studiosi ne recuperano la storia. Solo questa, perché le opere, come molte testimonianze della ceroplastica moderna, sono perdute per sempre. L'"anello mancante" della storia dell'arte. Introduzione di Maurizio Cecchetti. Con una nota di Philippe Daverio., Edizioni Medusa, 2013, 0, Milano: Officina Libraria, 2018. Vicenza, Palladio Museum, 3 novembre 2017 - 17 giugno 2018. A cura di Beltramini G. e Magani F. Milano, 2018; br., pp. 80, ill. col., cm 22x28. Sette straordinari affreschi di Giandomenico Tiepolo (1727-1804) da oltre cinquant'anni anni erano conservati nelle residenze dei proprietari che coraggiosamente li salvarono dalle distruzioni belliche. Oggi gli eredi, convinti dell'opportunità di un godimento pubblico di tali capolavori, li hanno destinati al Palladio Museum di Vicenza. Questo libro è dedicato ai dipinti, alla loro iconografia e alla loro storia: la storia della straordinaria arte dei Tiepolo, in grado di trasformare dalla radice la tradizione frescante veneta; quella della difesa del patrimonio artistico negli anni cupi della Seconda guerra mondiale; e una terza storia che lega in modo indissolubile gli affreschi già in Palazzo Valmarana Franco a Vicenza all'architettura palladiana. Testi e illustrazioni sono il frutto di nuove ricerche condotte dal Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio insieme alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza., Officina Libraria, 2018, 0, La Domenica del Corriere Rivista originale del 23 Giugno 1974 Anno 76 - N. 25 Rarità per appassionati e collezionisti Seguono solo alcuni dei fatti descritti, illustrati e fotografati all'interno Illustrato in copertina (segue foto): In omaggio un giornale in più: la lettvra Illustrato nelle ultime pagine (segue foto): Una giornata a Milano con Arthur Rubinstein Nelle pagine interne: Germania, tutti gli stadi trasformati in fortezze per i mondiali di calcio. Guido Carli: l'uomo che ha fatto cadere il governo. Apriamo le pagine nere del SID. Così' 50 anni fa assassinarono Matteotti. Abu Dhabi: così vive il popolo più ricco del mondo. Filo diretto con Gino Bartali. Inserto: la lettura con Nick Carter, Patsy e Ten. Il parathion ha finito di uccidere ? Sergio Bernardini: voglio portare Frank Sinatra in Versilia. L'attore Mel Ferrer: non sono più un presuntuoso. ...e tanto altro ancora! Qualora vogliate maggiori delucidazioni contattateci In questo negozio troverai un'intera categoria dedicata alla collezione delle Domeniche del Corriere, ne inseriamo diverse giornalmente e a breve saranno presenti tutte le riviste dei 90 anni in cui sono avvenute le pubblicazioni Sotto il link diretto alla collezione: Riviste disponibili Cliccaci sopra, troverai di certo ciò che cerchi! La Domenica del Corriere è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e chiuso nel 1989. Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore amministrativo del Corriere della Sera, apparve per la prima volta nelle edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della Sera. Stampata in grande formato (sul modello del domenicale La Tribuna illustrata), aveva 12 pagine e veniva distribuita gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate. Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana. La prima delle tavole a colori con cui Beltrame raccontò ogni settimana, per oltre quarant'anni, le vicende del suo tempo, si riferiva ad una tempesta di neve nel Montenegro (1899). Il Montenegro era salito da poco agli onori della cronaca poiché Vittorio Emanuele di Savoia l'erede al trono d'Italia, si era appena sposato con Elena di Montenegro. Le tavole a colori di Beltrame divennero il marchio distintivo della rivista. Nelle sue copertine è riassunta in pratica tutta la storia del costume e della società italiana della prima metà del XX secolo. Fatti di cronaca, sportivi, di costume venivano riassunti con maestria dall'illustratore arzignanese, che riusciva a renderli vivi e attuali agli occhi di una popolazione non ancora del tutto uscita dall'analfabetismo. Non si mosse mai da Milano dove disegnò tutte le sue tavole. Ciò nonostante riuscì a rappresentare luoghi, fatti, persone e cose che non aveva mai visto di persona, grazie alla sua innata immaginazione e curiosità unite ad un rigoroso senso di realismo. Celebri, in particolare, furono le sue illustrazioni degli avvenimenti bellici della Grande guerra e delle vicende degli Alpini. Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine andando avanti per trent'anni. Fra le più celebri, quella sulla nascita della televisione (1954), del campione ciclista Fausto Coppi (1960), i russi nello spazio (1965). A differenza dei settimanali dell'epoca, la Domenica del Corriere diede ampio spazio alle fotografie e ai disegni, e questo fu uno dei motivi del suo successo. Nel corso degli anni venti e trenta, il periodico divenne uno dei principali strumenti di informazione non solo della borghesia colta ma di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. In questo periodo divenne il settimanale più venduto in Italia: le vendite raggiunsero le 600.000 copie. Sulle pagine della Domenica del Corriere trovarono una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, da Luigi Barzini a Indro Montanelli. Montanelli fu il primo direttore dopo la fine della guerra e lasciò la direzione alla fine del 1946 per tornare al Corriere della Sera. Dopo Montanelli cominciò la lunghissima direzione di Eligio Possenti, critico teatrale, che guidò la Domenica fino al 1964, coadiuvato dal direttore ""ombra"", lo scrittore Dino Buzzati. Per tutti gli anni cinquanta La Domenica fu in testa alle vendite dei settimanali con 950.000 copie (con un picco di 1.300.000 nel 1952-53), seguita da Oggi con 650.000. Dopo un periodo di appannamento agli inizi degli anni sessanta, dovuto al diffondersi della televisione in Italia, il settimanale f, 0, Princeton University Press, 1985. Paperback. Good. Pages can have notes/highlighting. Spine may show signs of wear. ~ ThriftBooks: Read More, Spend Less.Dust jacket quality is not guaranteed., Princeton University Press, 1985, 2.5<
ita, i.. | Biblio.co.uk Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, IL TEMPO CHE FU, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, IL TEMPO CHE FU, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libreria Piani snc, Libro Co. Italia, Libro Co. Italia, Libro Co. Italia, Libro Co. Italia, Libro Co. Italia, Libro Co. Italia, Libro Co. Italia, Libro Co. Italia, IL TEMPO CHE FU, ThriftBooks Shipping costs: EUR 14.14 Details... |
Spiritual Disciplines: Papers from the Eranos Yearbooks (Bollingen Series XXX.4) - Paperback
1985, ISBN: 9780691018638
Princeton. New Jersey : Princeton University Press, 1985. Clean and tight. No creases along the spine Very little shelfwear. Appears unread. Name on the inside of the front cover. Th… More...
Princeton. New Jersey : Princeton University Press, 1985. Clean and tight. No creases along the spine Very little shelfwear. Appears unread. Name on the inside of the front cover. This copy has the bright blue background with the lettering in yellow and white.. First Printing Thus. Paperback. Near Fine. 8vo - over 7¾" - 9¾" tall. Philosophy, Religion., Princeton University Press, 1985, 4<
Biblio.co.uk |
1985, ISBN: 9780691018638
Paperback, Connecting readers with great books since 1972! Used textbooks may not include companion materials such as access codes, etc. May have some wear or writing/highlighting. We shi… More...
Paperback, Connecting readers with great books since 1972! Used textbooks may not include companion materials such as access codes, etc. May have some wear or writing/highlighting. We ship orders daily and Customer Service is our top priority!, Gebraucht, guter Zustand, [PU: Princeton University Press]<
alibris.co.uk |
Papers From the Eranos Yearbooks, Eranos 4: Spiritual Disciplines - Paperback
1985, ISBN: 9780691018638
Softcover, Gebraucht, guter Zustand, Pages can have notes/highlighting. Spine may show signs of wear. ~ ThriftBooks: Read More, Spend Less., [PU: Princeton University Press]
alibris.co.uk |
Spiritual Disciplines: Papers from the Eranos Yearbooks. (Bollingen Series) - Paperback
1985, ISBN: 9780691018638
Princeton University Press, 1985-04-01. Paperback. Good., Princeton University Press, 1985-04-01, 2.5
Biblio.co.uk |
2018, ISBN: 9780691018638
26/05/1946, manca il fascicolo, solo copertina posteriore, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 31/07/1949, 0, Copertina illu… More...
26/05/1946, manca il fascicolo, solo copertina posteriore, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 31/07/1949, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 3/05/1959, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 13/03/1949, 0, Bologna, 1981, 8vo brossura originale con copertina a colori, pp. 213 con diverse illustrazioni a colori., 0, Napoli, 1941, 25 agosto, copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo di pp. 16 de Il Mattino Illustrato ., 0, La Domenica del Corriere Rivista originale del 8 Febbraio 1972 Anno 74 - N. 6 Rarità per appassionati e collezionisti Seguono solo alcuni dei fatti descritti, illustrati e fotografati all'interno Illustrato in copertina (segue foto): Gianni Morandi: stavolta vado a Sanremo. Illustrato nelle ultime pagine (segue foto): Brigitte Bardot sarà la Mata-Hari dell'industria. Nelle pagine interne: Montanelli: divorzio e coscienza. Invano Pio XII avvertì gli inglesi. Ralph Nader, l'uomo che grida: consumatori di tutto il mondo unitevi. Il fu Bino Cicogna è ancora vivo ? Parla la madre di Roberto Bettega, il giovane campione che si è ammalato. Un articolo di Massimo Inardi: perché ho perso a Rischiatutto. Gian Maria Volontè: un guerrigliero in divisa da attore. Olimpiadi di Sapporo: i pretendenti al trono fatto di neve. Il piccolo mondo antico della ""Cinque Mulini"". Si può prevenire il ritardo mentale dei bambini? La fenilchetonuria. ...e tanto altro ancora! Qualora vogliate maggiori delucidazioni contattateci In questo negozio troverai un'intera categoria dedicata alla collezione delle Domeniche del Corriere, ne inseriamo diverse giornalmente e a breve saranno presenti tutte le riviste dei 90 anni in cui sono avvenute le pubblicazioni Sotto il link diretto alla collezione: Riviste disponibili Cliccaci sopra, troverai di certo ciò che cerchi! La Domenica del Corriere è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e chiuso nel 1989. Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore amministrativo del Corriere della Sera, apparve per la prima volta nelle edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della Sera. Stampata in grande formato (sul modello del domenicale La Tribuna illustrata), aveva 12 pagine e veniva distribuita gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate. Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana. La prima delle tavole a colori con cui Beltrame raccontò ogni settimana, per oltre quarant'anni, le vicende del suo tempo, si riferiva ad una tempesta di neve nel Montenegro (1899). Il Montenegro era salito da poco agli onori della cronaca poiché Vittorio Emanuele di Savoia l'erede al trono d'Italia, si era appena sposato con Elena di Montenegro. Le tavole a colori di Beltrame divennero il marchio distintivo della rivista. Nelle sue copertine è riassunta in pratica tutta la storia del costume e della società italiana della prima metà del XX secolo. Fatti di cronaca, sportivi, di costume venivano riassunti con maestria dall'illustratore arzignanese, che riusciva a renderli vivi e attuali agli occhi di una popolazione non ancora del tutto uscita dall'analfabetismo. Non si mosse mai da Milano dove disegnò tutte le sue tavole. Ciò nonostante riuscì a rappresentare luoghi, fatti, persone e cose che non aveva mai visto di persona, grazie alla sua innata immaginazione e curiosità unite ad un rigoroso senso di realismo. Celebri, in particolare, furono le sue illustrazioni degli avvenimenti bellici della Grande guerra e delle vicende degli Alpini. Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine andando avanti per trent'anni. Fra le più celebri, quella sulla nascita della televisione (1954), del campione ciclista Fausto Coppi (1960), i russi nello spazio (1965). A differenza dei settimanali dell'epoca, la Domenica del Corriere diede ampio spazio alle fotografie e ai disegni, e questo fu uno dei motivi del suo successo. Nel corso degli anni venti e trenta, il periodico divenne uno dei principali strumenti di informazione non solo della borghesia colta ma di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. In questo periodo divenne il settimanale più venduto in Italia: le vendite raggiunsero le 600.000 copie. Sulle pagine della Domenica del Corriere trovarono una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, da Luigi Barzini a Indro Montanelli. Montanelli fu il primo direttore dopo la fine della guerra e lasciò la direzione alla fine del 1946 per tornare al Corriere della Sera. Dopo Montanelli cominciò la lunghissima direzione di Eligio Possenti, critico teatrale, che guidò la Domenica fino al 1964, coadiuvato dal direttore ""ombra"", lo scrittore Dino Buzzati. Per tutti gli anni cinquanta La Domenica fu in testa alle vendite dei settimanali con 950.000 copie (con un picco di 1.300.000 nel 1952-53), seguita da Oggi con 650.000. Dopo un periodo di appannamento agli inizi degli anni sessanta, 0, Milano, 1906, estratto con copertina posticcia muta, pp. 657/659 con ill. - !! ATTENZIONE !!: Con il termine estratto (o stralcio) intendiamo riferirci ad un fascicolo contenente un articolo di rivista, sia che esso sia stato stampato a parte utilizzando la stessa composizione sia che provenga direttamente da una rivista. Le pagine sono indicate come "da/a", ad esempio: 229/231 significa che il testo è composto da tre pagine. Quando la rivista di provenienza non viene indicata é perchè ci è sconosciuta. - !! ATTENTION !!: : NOT A BOOK : estratto or stralcio means simply a few pages, original nonetheless, printed in a magazine. Pages are indicated as in "from to", for example: 229/231 means the text comprises three pages (229, 230 and 231). If the magazine that contained the pages is not mentioned, it is because it is unknown to us., 0, Roma, 1957, 17 marzo, copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo di pp. 32 de "La Tribuna illustrata ., 0, La Domenica del Corriere Rivista originale del 23 Giugno 1977 Anno 79 - N. 25 Rarità per appassionati e collezionisti Seguono solo alcuni dei fatti descritti, illustrati e fotografati all'interno Illustrato in copertina (segue foto): Lo scienziato Marcel Monnier scopre il segreto del sonno Illustrato nelle ultime pagine (segue foto): La pistola anti cancro giudicata dagli scienziati Nelle pagine interne: Le nuove frontiere della medicina (4^ puntata): con il mio ""dsip"" l'era dei sonniferi è chiusa. Hanno voluto pugnalare l'on. Francesco De Martino alla schiena ! Il panfilo di Guglielmo Marconi deve finire squartato. Claire Acquarone: adesso faccio pubblicità in tv. Dopo 9 anni parla la guardia del corpo di Martin Luther King. Inserto: Enzo Biagi nei paesi scandinavi 3 - Svezia. Inserto: Impara l'inglese con noi (2^ dispensa). Carla Gravina interpreta ""Madame Bovary"" per la televisione. ...e tanto altro ancora! Qualora vogliate maggiori delucidazioni contattateci In questo negozio troverai un'intera categoria dedicata alla collezione delle Domeniche del Corriere, ne inseriamo diverse giornalmente e a breve saranno presenti tutte le riviste dei 90 anni in cui sono avvenute le pubblicazioni Sotto il link diretto alla collezione: Riviste disponibili Cliccaci sopra, troverai di certo ciò che cerchi! La Domenica del Corriere è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e chiuso nel 1989. Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore amministrativo del Corriere della Sera, apparve per la prima volta nelle edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della Sera. Stampata in grande formato (sul modello del domenicale La Tribuna illustrata), aveva 12 pagine e veniva distribuita gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate. Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana. La prima delle tavole a colori con cui Beltrame raccontò ogni settimana, per oltre quarant'anni, le vicende del suo tempo, si riferiva ad una tempesta di neve nel Montenegro (1899). Il Montenegro era salito da poco agli onori della cronaca poiché Vittorio Emanuele di Savoia l'erede al trono d'Italia, si era appena sposato con Elena di Montenegro. Le tavole a colori di Beltrame divennero il marchio distintivo della rivista. Nelle sue copertine è riassunta in pratica tutta la storia del costume e della società italiana della prima metà del XX secolo. Fatti di cronaca, sportivi, di costume venivano riassunti con maestria dall'illustratore arzignanese, che riusciva a renderli vivi e attuali agli occhi di una popolazione non ancora del tutto uscita dall'analfabetismo. Non si mosse mai da Milano dove disegnò tutte le sue tavole. Ciò nonostante riuscì a rappresentare luoghi, fatti, persone e cose che non aveva mai visto di persona, grazie alla sua innata immaginazione e curiosità unite ad un rigoroso senso di realismo. Celebri, in particolare, furono le sue illustrazioni degli avvenimenti bellici della Grande guerra e delle vicende degli Alpini. Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine andando avanti per trent'anni. Fra le più celebri, quella sulla nascita della televisione (1954), del campione ciclista Fausto Coppi (1960), i russi nello spazio (1965). A differenza dei settimanali dell'epoca, la Domenica del Corriere diede ampio spazio alle fotografie e ai disegni, e questo fu uno dei motivi del suo successo. Nel corso degli anni venti e trenta, il periodico divenne uno dei principali strumenti di informazione non solo della borghesia colta ma di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. In questo periodo divenne il settimanale più venduto in Italia: le vendite raggiunsero le 600.000 copie. Sulle pagine della Domenica del Corriere trovarono una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, da Luigi Barzini a Indro Montanelli. Montanelli fu il primo direttore dopo la fine della guerra e lasciò la direzione alla fine del 1946 per tornare al Corriere della Sera. Dopo Montanelli cominciò la lunghissima direzione di Eligio Possenti, critico teatrale, che guidò la Domenica fino al 1964, coadiuvato dal direttore ""ombra"", lo scrittore Dino Buzzati. Per tutti gli anni cinquanta La Domenica fu in testa alle vendite dei settimanali con 950.000 copie (con un picco di 1.300.000 nel 1952-53), seguita da Oggi con 650.000. Dopo un periodo di appannamento agli inizi degli anni sessanta, dovuto al diffondersi della television, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 25/06/1961, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 20/12/1931, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 14/03/1965, 0, Copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo de "La Domenica del Corriere" del 18/07/1926, 0, Napoli, 1941, 18 agosto, copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo di pp. 16 de Il Mattino Illustrato ., 0, Milano, Mondadori, 1961, 16mo brossura originale con copertina illustrata, pp. 386 (I libri del Pavone, 265-266), 0, Napoli, 1931, marzo 9, copertina illustrata a colori in fascicolo originale completo di pp. 16 de Il Mattino illustrato, 0, Firenze: Alinea Editrice, 2007. Firenze, 2007; br., pp. 344, cm 14,5x20. (Bioarchitettura. 4). Il costruire a misura d'uomo è una delle ritrovate sfide che oggi attendono la progettazione e la realizzazione, ma prima ancora il pensare stesso dello sviluppo urbanistico. A ben vedere negli ultimi decenni l'evoluzione del tessuto urbano è stato contraddistinto, almeno in Italia, da due fattori diversi e di segno opposto, con risultati che possono oggi considerarsi in termini decisamente critici. Il primo fattore negativo, è quello della progressiva emarginazione fino alla dimenticanza di paradigmi di organizzazione dello spazio e di costruzione del nuovo, che in Italia si erano venuti elaborando e stratificando nel tempo, attraverso i secoli, in una armonica sintesi tra natura e cultura: la natura aveva suggestionato la progettazione dell'habitat e la cultura aveva modellato l'opera trasformatrice ed edificatrice dell'uomo in una sorta di simbiosi con l'ambiente, con risultati di grande umanizzazione ed al tempo stesso di decisa tipizzazione di certi contesti, uno diverso dall'altro, ognuno con la propria forte identità. Si pensi soltanto all'inserimento degli insediamenti abitativi nella campagna senese, nelle valli alpine o nel tormentato svilupparsi delle nostre coste meridionali. In architettura, l'Italia ha alle spalle un passato plurisecolare e prestigioso, grazie al quale godiamo ancora di ampio credito in Europa per la nostra sensibilità estetica, benché da lungo tempo si siano perduti quei raffinati paradigmi di un tempo, sicché il prestigio della nostra architettura è in molti casi solo il riflesso, lungo a morire, di una realtà che non c'è più. L'altro fattore della accennata criticità di approdi dell'esperienza in materia è dato dal dato positivo - ma non di segno positivo - per cui, negli ultimi decenni, lo sviluppo delle nostre città ha seguito quasi esclusivamente logiche utilitaristiche. Il depredamento del territorio e lo sfiguramento del paesaggio da un lato, il moltiplicarsi di una edilizia non attenta alla dimensione della vivibilità umana, sono il risultato noto di una speculazione animata solo dall'interesse economico. Si tratta di un fenomeno che ha consumato, in maniera quasi sempre irreparabile, un patrimonio variegato quanto a contenuti: naturalistico ed ambientale, estetico, sociale, umano, relazionale. A questi fattori oggi si può aggiungere, pericolosamente, un terzo: il progresso tecnologico. Dinanzi a questo quadro, che certo non è solo italiano ma che in Italia appare particolarmente grave, preoccupante e singolarmente stridente con la sua lunghe e nobili tradizioni culturali, occorre acquisire una consapevolezza della necessità di invertire un trend che dura ormai da troppo tempo. Il problema è innanzitutto quello di arrestare lo scempio della natura, di salvaguardare il paesaggio, di tornare ad una esteticità di stilemi e ad una gradevolezza di contesto nell'edificazione civile e pubblica, tale da rispondere ad intuibili esigenze di elevazione spirituale, culturale e sociale della popolazione. Il problema è anche quello di una maggiore sensibilità alle inderogabili esigenze poste dall'ecologia:nel contesto territoriale, nell'aria e nelle acque, nei materiali da costruzione, nello sfruttamento delle risorse energetiche naturali e rinnovabili. Di qui dunque l'esigenza di pensare una architettura per la sostenibilità, che non può essere solo frutto di impegno tecnico ma deve essere il risultato di un convergere di saperi e di esperienze. In altre parole, è necessario che i professionisti del settore, i progettisti in particolare,acquisiscano più alti livelli di consapevolezza dei problemi accennati e si aprano a forme imprescindibili di collaborazione interdisciplinare. Organizzare lo spazio, gestire le risorse, ottimizzare le energie, scegliere i materiali, prestare attenzione alle necessità dell'individuo non preso singolarmente ma nella rete di relazioni sociali in cui è inserito e che sono necessarie alla qualità della sua, Alinea Editrice, 2007, 0, Torino: UTET Libreria, 2010. Torino, 2010; ril., pp. 295, ill., cm 16x24. Sin dalle origini dello stato-nazione l'obbligo dei cittadini di offrire la propria disponibilità al sacrificio per la difesa della patria trova un rispecchiamento nel dovere dello stato di onorare degnamente tale devozione. Dopo il 1945 i morti italiani cui spettava una degna sepoltura non erano solo molto numerosi, ma anche eccezionalmente vari per tipologia. Guri Schwarz prende in esame le difficoltà incontrate dalle istituzioni statali nel gestire lutti tanto diversificati. L'analisi muove dalla ricostruzione dei rituali patriottici del 25 aprile e del 4 novembre, intesi in primo luogo come grandiosi riti funebri. Sono poi ricostruite la genesi del mausoleo delle Fosse Ardeatine, la costruzione del cimitero monumentale di El Alamein, la sepoltura dei caduti italiani a Cefalonia e la costruzione del cimitero di Monte Lungo. L'analisi mette in relazione le spinte provenienti dal basso, da una società civile in cui prolifera una miriade di associazioni impegnate nel culto dei caduti, con le strategie commemorative calate dall'alto, da istituzioni statali e grandi partiti. Attraverso la ricostruzione dei rapporti variabili tra questi agenti sociali, nonché per mezzo dell'esame dei codici culturali e dei sistemi simbolici per mezzo dei quali venivano gestiti i lutti, risultano leggibili la genesi delle narrazioni consolatorie fondanti l'autorappresentazione nazionale, ma anche i processi di riorganizzazione del tessuto sociale e dell'impalcatura politico-istituzionale., UTET Libreria, 2010, 0, Bari: Edizioni Dedalo, 1994. Traduzione di Vignati A. R. Bari, 1994; br., pp. 304, ill., cm 14,5x21. (La Scienza Nuova. 94). E' questo il primo libro divulgativo di antropologia astronomica. In questa opera l'autore fonde l'astronomia, la mitologia e l'antropologia delle culture antiche e ci indica come scoprire l'armonia esistente tra le loro credenze e la loro osservazione del cielo. Esaminando le credenze dei Maya, dei Babilonesi, dei Cinesi e delle culture europee antiche l'autore dimostra che non è possibile separare le scoperte scientifiche dalle culture in cui furono sviluppate. Questo volume rivela che i popoli dell'antichità erano profondamente in sintonia con i moti del Sole, della Luna e dei pianeti e impiegavano le loro osservazioni per creare astrologie e mitologie complesse, ma anche per registrare e prevedere accuratamente i fenomeni atmosferici., Edizioni Dedalo, 1994, 0, Milano: Jaca Book, 2010. Milano, 2010; br., pp. 285, cm 15x23. (Di Fronte e Attraverso. Storia. 928). Fra le 8.500 persone arrestate, uccise o deportate durante l'occupazione tedesca in Italia, in quanto considerate di "razza ebraica" dai persecutori, gli "ebrei stranieri" furono il gruppo percentualmente più colpito dagli arresti e dalle spedizioni verso la fabbrica della morte. Molti fra loro erano già in fuga da anni - in un'Europa sempre più consegnata alla barbarie del razzismo di Stato - e avevano trovato un "rifugio precario" in un Paese come l'Italia, che pure era parte del sistema di discriminazioni che si stava realizzando sul continente. Hans e Robert Lichtner erano due ragazzi viennesi; avevano 15 e 11 anni quando giunsero in Italia e la loro vita cambiò per sempre. Di fronte alla persecuzione Hans, Robert e i loro genitori ebbero, per difendersi, solo se stessi e la forza della loro coscienza; non erano dotati di altre armi che della consapevolezza della dignità umana. Usarono quest'arma nel modo migliore, ergendo la propria esistenza a difesa di se stessa. Ed ebbero la ventura di incontrare altri uomini che nutrivano la medesima fede nella dignità umana. Questo libro rappresenta perciò in primo luogo la ricostruzione, su base archivistica, di una vicenda individuale, cioè del destino di esistenze ordinarie nell'Europa razzista degli anni '30 e '40 del Novecento. In quanto emblematica, la vicenda che è al centro del volume vuole contribuire a disegnare un intreccio indiziario sul regime fascista., Jaca Book, 2010, 0, Milano: Skira, 2011. Padova, Museo degli Eremitani, 25 novembre 2011. Padova, MUSEI CIVICI AGLI EREMITANI, 25 novembre 2011 - 13 gennaio 2012. Padova, Museo degli Eremitani, 26 novembre 2011 - 30 gennaio 2012. Milano, 2011; br., pp. 96, ill. b/n e col., cm 24x28. (Cataloghi di Arte Antica). L'Ermitage di San Pietroburgo conserva più di una ventina dei massimi capolavori di Rembrandt: ritratti, soggetti religiosi, scene di genere, episodi mitologici, collocabili dall.inizio degli anni trenta del secolo XVII, nella giovinezza dell'artista, fino agli anni sessanta, da annoverarsi tra le opere più mature. Tra queste si trovano due tele molto intense, il Ritratto di vecchia e il Ritratto di vecchio ebreo dipinti entrambe nel 1654 e portate in Russia dalla Francia nel 1781. Già i contemporanei di Rembrandt apprezzavano la maestria con la quale egli riusciva a rappresentare l.età senile attraverso i capelli candidi o il volto solcato dalle rughe. Questi tratti convincevano per la loro verosimiglianza, tanto che la sua arte era in grado di competere con la natura stessa. Grazie all'espressività e alla profondità psicologica gli "studi" di Rembrandt divennero oggetto di intenso interesse collezionistico; attorno alla metà del XVIII secolo la maggior parte di queste tele si trovava all.interno delle collezioni europee più prestigiose, tra cui quella dell.imperatrice Caterina II; alla fine del suo regno nell.Ermitage imperiale cinquantotto quadri portavano la firma di Rembrandt. Quasi la metà di essi erano ritratti di vecchi. Pubblicato in occasione dell'esposizione padovana, il volume presenta questi due eccezionali ritratti del maestro olandese provenienti dal museo russo, affiancati dal nucleo di incisioni rembrandtiane dei Musei Civici di Padova., Skira, 2011, 0, Milano: Edizioni Charta, 1993. Prato, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, 1993. Milano, 1993; br., pp. 136, 96 ill. b/n e col., cm 21x28. Volume pubblicato in occasione della mostra allestita presso il Museo Pecci di Prato nel 1993. Testi di Ida Panicelli, Antonella Soldaini, Saverio Vertone, Mario Bufano, Giacomo Marramao. Una mostra `dentro` e `fuori` dal museo: metà delle opere erano esposte all'esterno del perimetro museale, disseminate nella città, in pieno centro o ai bordi dell'autostrada... Gli eventi e le performances si svolgevano invece all'interno... Da qui il titolo che si riferisce al `dentro` e `fuori` la pelle del museo. Opere di Karen Knorr, Giulio Paolini, Barbara Kruger, Tadashi Kawamata, Joji Hirota e Guo Yue, Fabio Mauri., Edizioni Charta, 1993, 0, Milano: Edizioni Medusa, 2013. Traduzione di G. Rossi e Salvarani L. Milano, 2013; br., pp. 138, ill. b/n, tavv. b/n, cm 12x18. (Wunderkammer. 21). Se è vero che natura non facit saltus, la storia invece è piena di vuoti o pezze mancanti. Capita, a un certo punto, non sai quando né perché, che venga meno una tessera del mosaico; che si perdano persino le tracce che riguardano un personaggio, un artista, la sua opera. È il caso di Antoine Benoist, a cui Luigi XIV, il Re Sole, concesse nel 1668 il privilegio di essere il suo unico scultore in cera colorata. Benoist si era guadagnata la fama di grande artefice della ceroplastica modellando un teatro di figure a grandezza naturale, che rappresentava la corte del Re Sole. E il sovrano, ammirato da tanta bravura, lo autorizzò a mostrare in tutta la Francia questo capolavoro, dove le figure, perfettamente somiglianti, erano corredate di abiti, parrucche e ogni accessorio atto a renderne l'aspetto più vero del vero. Benoist divenne celebre in Europa e altri prìncipi e sovrani vollero farsi ritrarre da lui. Ma a volte il genio e la fama non si sposano bene, così, di Benoist, già a metà del Settecento quasi si perde la memoria. Soltanto nell'Ottocento, come dimostrano i testi pubblicati in questo libro, col clamore suscitato dai Musei delle cere, alcuni studiosi ne recuperano la storia. Solo questa, perché le opere, come molte testimonianze della ceroplastica moderna, sono perdute per sempre. L'"anello mancante" della storia dell'arte. Introduzione di Maurizio Cecchetti. Con una nota di Philippe Daverio., Edizioni Medusa, 2013, 0, Milano: Officina Libraria, 2018. Vicenza, Palladio Museum, 3 novembre 2017 - 17 giugno 2018. A cura di Beltramini G. e Magani F. Milano, 2018; br., pp. 80, ill. col., cm 22x28. Sette straordinari affreschi di Giandomenico Tiepolo (1727-1804) da oltre cinquant'anni anni erano conservati nelle residenze dei proprietari che coraggiosamente li salvarono dalle distruzioni belliche. Oggi gli eredi, convinti dell'opportunità di un godimento pubblico di tali capolavori, li hanno destinati al Palladio Museum di Vicenza. Questo libro è dedicato ai dipinti, alla loro iconografia e alla loro storia: la storia della straordinaria arte dei Tiepolo, in grado di trasformare dalla radice la tradizione frescante veneta; quella della difesa del patrimonio artistico negli anni cupi della Seconda guerra mondiale; e una terza storia che lega in modo indissolubile gli affreschi già in Palazzo Valmarana Franco a Vicenza all'architettura palladiana. Testi e illustrazioni sono il frutto di nuove ricerche condotte dal Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio insieme alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza., Officina Libraria, 2018, 0, La Domenica del Corriere Rivista originale del 23 Giugno 1974 Anno 76 - N. 25 Rarità per appassionati e collezionisti Seguono solo alcuni dei fatti descritti, illustrati e fotografati all'interno Illustrato in copertina (segue foto): In omaggio un giornale in più: la lettvra Illustrato nelle ultime pagine (segue foto): Una giornata a Milano con Arthur Rubinstein Nelle pagine interne: Germania, tutti gli stadi trasformati in fortezze per i mondiali di calcio. Guido Carli: l'uomo che ha fatto cadere il governo. Apriamo le pagine nere del SID. Così' 50 anni fa assassinarono Matteotti. Abu Dhabi: così vive il popolo più ricco del mondo. Filo diretto con Gino Bartali. Inserto: la lettura con Nick Carter, Patsy e Ten. Il parathion ha finito di uccidere ? Sergio Bernardini: voglio portare Frank Sinatra in Versilia. L'attore Mel Ferrer: non sono più un presuntuoso. ...e tanto altro ancora! Qualora vogliate maggiori delucidazioni contattateci In questo negozio troverai un'intera categoria dedicata alla collezione delle Domeniche del Corriere, ne inseriamo diverse giornalmente e a breve saranno presenti tutte le riviste dei 90 anni in cui sono avvenute le pubblicazioni Sotto il link diretto alla collezione: Riviste disponibili Cliccaci sopra, troverai di certo ciò che cerchi! La Domenica del Corriere è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e chiuso nel 1989. Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore amministrativo del Corriere della Sera, apparve per la prima volta nelle edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della Sera. Stampata in grande formato (sul modello del domenicale La Tribuna illustrata), aveva 12 pagine e veniva distribuita gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate. Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana. La prima delle tavole a colori con cui Beltrame raccontò ogni settimana, per oltre quarant'anni, le vicende del suo tempo, si riferiva ad una tempesta di neve nel Montenegro (1899). Il Montenegro era salito da poco agli onori della cronaca poiché Vittorio Emanuele di Savoia l'erede al trono d'Italia, si era appena sposato con Elena di Montenegro. Le tavole a colori di Beltrame divennero il marchio distintivo della rivista. Nelle sue copertine è riassunta in pratica tutta la storia del costume e della società italiana della prima metà del XX secolo. Fatti di cronaca, sportivi, di costume venivano riassunti con maestria dall'illustratore arzignanese, che riusciva a renderli vivi e attuali agli occhi di una popolazione non ancora del tutto uscita dall'analfabetismo. Non si mosse mai da Milano dove disegnò tutte le sue tavole. Ciò nonostante riuscì a rappresentare luoghi, fatti, persone e cose che non aveva mai visto di persona, grazie alla sua innata immaginazione e curiosità unite ad un rigoroso senso di realismo. Celebri, in particolare, furono le sue illustrazioni degli avvenimenti bellici della Grande guerra e delle vicende degli Alpini. Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine andando avanti per trent'anni. Fra le più celebri, quella sulla nascita della televisione (1954), del campione ciclista Fausto Coppi (1960), i russi nello spazio (1965). A differenza dei settimanali dell'epoca, la Domenica del Corriere diede ampio spazio alle fotografie e ai disegni, e questo fu uno dei motivi del suo successo. Nel corso degli anni venti e trenta, il periodico divenne uno dei principali strumenti di informazione non solo della borghesia colta ma di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. In questo periodo divenne il settimanale più venduto in Italia: le vendite raggiunsero le 600.000 copie. Sulle pagine della Domenica del Corriere trovarono una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, da Luigi Barzini a Indro Montanelli. Montanelli fu il primo direttore dopo la fine della guerra e lasciò la direzione alla fine del 1946 per tornare al Corriere della Sera. Dopo Montanelli cominciò la lunghissima direzione di Eligio Possenti, critico teatrale, che guidò la Domenica fino al 1964, coadiuvato dal direttore ""ombra"", lo scrittore Dino Buzzati. Per tutti gli anni cinquanta La Domenica fu in testa alle vendite dei settimanali con 950.000 copie (con un picco di 1.300.000 nel 1952-53), seguita da Oggi con 650.000. Dopo un periodo di appannamento agli inizi degli anni sessanta, dovuto al diffondersi della televisione in Italia, il settimanale f, 0, Princeton University Press, 1985. Paperback. Good. Pages can have notes/highlighting. Spine may show signs of wear. ~ ThriftBooks: Read More, Spend Less.Dust jacket quality is not guaranteed., Princeton University Press, 1985, 2.5<
Campbell, Joseph: Editor:
Spiritual Disciplines: Papers from the Eranos Yearbooks (Bollingen Series XXX.4) - Paperback1985, ISBN: 9780691018638
Princeton. New Jersey : Princeton University Press, 1985. Clean and tight. No creases along the spine Very little shelfwear. Appears unread. Name on the inside of the front cover. Th… More...
Princeton. New Jersey : Princeton University Press, 1985. Clean and tight. No creases along the spine Very little shelfwear. Appears unread. Name on the inside of the front cover. This copy has the bright blue background with the lettering in yellow and white.. First Printing Thus. Paperback. Near Fine. 8vo - over 7¾" - 9¾" tall. Philosophy, Religion., Princeton University Press, 1985, 4<
1985
ISBN: 9780691018638
Paperback, Connecting readers with great books since 1972! Used textbooks may not include companion materials such as access codes, etc. May have some wear or writing/highlighting. We shi… More...
Paperback, Connecting readers with great books since 1972! Used textbooks may not include companion materials such as access codes, etc. May have some wear or writing/highlighting. We ship orders daily and Customer Service is our top priority!, Gebraucht, guter Zustand, [PU: Princeton University Press]<
Papers From the Eranos Yearbooks, Eranos 4: Spiritual Disciplines - Paperback
1985, ISBN: 9780691018638
Softcover, Gebraucht, guter Zustand, Pages can have notes/highlighting. Spine may show signs of wear. ~ ThriftBooks: Read More, Spend Less., [PU: Princeton University Press]
Spiritual Disciplines: Papers from the Eranos Yearbooks. (Bollingen Series) - Paperback
1985, ISBN: 9780691018638
Princeton University Press, 1985-04-01. Paperback. Good., Princeton University Press, 1985-04-01, 2.5
Following 140results are shown. You might want to adjust your search critera , activate filters or change the sorting order.
Bibliographic data of the best matching book
Author: | |
Title: | |
ISBN: |
Details of the book - Spiritual Disciplines: Papers from the Eranos Yearbooks (Bollingen Series)
EAN (ISBN-13): 9780691018638
ISBN (ISBN-10): 0691018634
Hardcover
Paperback
Publishing year: 1985
Publisher: Campbell, Joseph, Princeton University Press
528 Pages
Weight: 0,730 kg
Language: eng/Englisch
Book in our database since 2007-05-27T08:09:44-04:00 (New York)
Detail page last modified on 2024-04-03T15:02:20-04:00 (New York)
ISBN/EAN: 0691018634
ISBN - alternate spelling:
0-691-01863-4, 978-0-691-01863-8
Alternate spelling and related search-keywords:
Book author: zimmer john, joseph campbell loomis, kerenyi, rudolf martín, joseph heinrich, jung kerényi
Book title: bollingen, eranos jahrbücher, eranos jahrbcher, spiritual disciplines, papers from the eranos yearbooks the mystic vision, eranos yearbook, the four disciplines, discipline
More/other books that might be very similar to this book
Latest similar book:
9780691629377 Papers from the Eranos Yearbooks, Eranos 4 (Joseph Campbell)
- 9780691629377 Papers from the Eranos Yearbooks, Eranos 4 (Joseph Campbell)
- 9780691097374 Spiritual Disciplines (PRINCETON/BOLLINGEN PAPERBACKS) (Campbell, Joseph)
- 9780691097350 Papers from the Eranos Yearbooks.: Eranos 6. The Mystic Vision (Joseph Campbell)
- Spiritual Disciplines: Papers from the Eranos Yearbooks, Bollingen Series XXX.4 (Joseph Campell)
- Spiritual Disciplines Papers From the Eranos Yearbooks Volume 4 (CAMPBELL,)
< to archive...